Another Real virus now is Fear: Stay connected to face it/ Un altro virus ora è la paura: restiamo uniti per combatterlo

 

 

Watch out this different video. Different in content, message and intentions. A physical disease exists but an even more dangerous one has emerged. It is fear. Always hidden and always there. Are you still so sure that we aren’t in a war like scenario? Fear disconnects. Love connects to others and to our human nature. Just love and don’t panic. Have a wonderful day!

Sono molti i giorni in cui continuo a leggere e sentire frasi di pressante e pedante biasimo dette da chiunque a qualsiasi persona che si sospetti non rispetti le direttive degli ultimi decreti.

All’inizio si biasimavano i corridori, gli sprezzanti amanti delle passeggiate. Il decreto, però, non lo vietava. Dopo, abbiamo iniziato a criticare le persone che si recavano a fare la spesa “troppo spesso”. Il decreto lo permetteva. Infine, oggi, qualsiasi persona sia vista per strada in qualsiasi orario della giornata, viene ritenuta un po’ “colpevole”. Come un processo alle intenzioni costante. Senza conoscerle, però. 

Infatti, mi chiedo da quando abbiamo iniziato a leggere nella mente delle persone. Intendo..tutti. Da quando abbiamo iniziato a leggere nella mente delle persone?

Di solito è una virtù di noi psicologi. “Ehi, sei psicologo? Non leggermi nella mente eh e non psicanalizzarmi!” Magari c’entrasse la psicologia. Se ne parla davvero ancora poco. Non fraintendetemi. Noi psicologi parliamo, e anche bene! Abbiamo ancora poche orecchie ad ascoltarci. Ci dobbiamo lavorare. D’altra parte, ora l’emergenza è un’altra.

Oppure, forse siamo solo vittima della semplicistica retorica “in fondo i tuoi nonni andavano in guerra, a te è solo richiesto di stare sul divano”.

Già, forse, stare sul divano è molto di più di quello sembra. Inattivi, spettatori, vittime dell’incertezza propria di ambiti come la politica e la scienza, siamo stati tutti trascinati giù, verso la realtà più pura e vera dell’esistenza: è ben poco quello che possiamo controllare come uomini, l’ordine che ci raccontiamo sia certo, ora, sembra sia solo frutto di una nostra riorganizzazione a posteriori degli eventi.

– “Dai, non è vero, siamo onnipotenti, pieni di benessere, tutelati, assistiti, seguiti, al sicuro. Non siamo in guerra!”-

Giusto, dimenticavo, “siamo sul divano”, non in guerra.

Ma qualcuno si chiede – “Forse c’è di più?” –

Magari c’entra la psicologia. Concediamoci un dubbio: siamo sicuri di essere davvero solo sul divano?

Beh, la guerra ha tante forme e quelle più subdole sono anche le più letali. Quelle psicologiche sono quelle più sottovalutate. Sono come i virus. Non si vedono, si possono ignorare, finchè non fanno il boom con qualche sintomo o esito eclatante. Forse, potremmo partire da qui, considerando atti di biasimo diffuso, continuo e tollerato come sintomi di cui preoccuparci.

-“Ma no. In fondo, siamo solo sul divano.”-

Giusto, quindi pensiamo alle cose di cui davvero dovremmo preoccuparci: di mangiare, bere, avere i soldi per andare al supermercato. Poi quando ti incammini, se non hai la mascherina, attenzione! Non sei a norma. –  “Quindi lo possiamo biasimare ora?” – Beh, la legge dice che non va bene. La legge sì. – “E noi?”- 

Immaginiamo che..avete finito il toner della stampante, le penne in casa, siete con bambini piccoli, lo stipendio stenta ad arrivare, non dormite bene perchè state, giustamente, a casa sul divano tutto il giorno. Siete soli, lontani dalla famiglia. Le mascherine non si trovano. Vostro figlio ha fame e le piattaforme online per la spesa a domicilio non presentano da settimane uno slot orario libero per la consegna. Nessuno da chiamare. Il bambino piange, uscite con l’autocertificazione che avevate ma senza la mascherina. Avete solo i guanti e siete in salute.

Un vicino si affaccia alla finestra e cosa vede? Un uomo senza mascherina fermato dai carabinieri e con l’autocertificazione sbagliata. E’ da sanzionare? Per la legge si. E’ giusto.

-“Aspetta, questo è uno scenario troppo difficile, a chi potrebbe accadere una cosa simile?”-

Va bene, facciamo un esempio più fresco, più recente e raccontiamolo al contrario rispetto al primo. Al telegiornale sportivo, il conduttore orienta l’attenzione su un video girato da poco che mostra due persone, a debita distanza (più di un metro) da lontano, le quali camminano in piazza Duomo a Milano di sera. Il conduttore le biasima perché non rispettano le regole del decreto #iorestoacasa. L’assistente alla conduzione concorda con lui e ribadisce che bisogna stare a casa. 

Mario e Chiara sono due infermieri che hanno appena terminato il turno prima di quello notturno in ospedale. Sono stanchi, distrutti. Hanno anche sbagliato strada. I mezzi non vanno come dovrebbero e non hanno molta voglia di prenderli. Decidono di attraversare a piedi piazza Duomo per raggiungere le rispettive abitazioni prima. I carabinieri li conoscono e sanno il lavoro che i due svolgono, quindi li salutano. 

Noi tutti siamo sia quel vicino sia quell’uomo. Siamo il conduttore e la sue equipe e siamo Mario e Chiara. 

Adesso, vi chiedo, chiedo a tutto il popolo italiano sul divano – “Possiamo biasimarli e sanzionarli?” – Spero che, ora, per tutti, la risposta sarà più complessa di un sì e di un no. 

Da cattolici quali siamo si dice “ama il prossimo tuo come te stesso”. Beh, se desiderassimo essere trattati come trattiamo oggi il nostro prossimo, il vicino, l’OMS dovrebbe sollevare dubbi sulla sanità mentale di tutti noi. D’altra parte, il vicino ha sbagliato. In fondo, è in ballo la salute di tutti.

Magari potremmo pensare e riflettere domandandoci “ma qualche settimana fa non era obbligatoria la mascherina e l’autocertificazione valeva così com’era, cos’è cambiato?” La risposta: il decreto..
Qualcun’altro più spericolato potrebbe azzardarsi a chiedere: – “Ma il decreto riflette la scienza oppure il bisogno del popolo sul quale è applicato?”- 

Complesso a dirsi. 

Forse basterebbe “leggere” nella mente dell’uomo e di tutti gli uomini per capire se possiamo biasimarli. Ma non siamo psicologi. Qui è in gioco la salute fisica…mica quella mentale. 

-“Infatti, siamo tutti comodi sul divano, qual è il problema?”- 

Potremmo concederci il dubbio che, forse, stare sul divano ci sta cambiando un pochino. Forse, sentiamo di cogliere le discrepanze del reale in stile Matrix. Si aprono delle crepe. Abbiamo dei Déjà vu. L’incertezza si fa sentire. La rigida osservanza delle regole non sembra calmierarla.

-“Ma non può essere. Noi siamo al centro. Noi siamo solo seduti sul divano. Smettiamola con queste sciocchezze. Il solo virus è fisico, tangibile, coltivabile, misurabile.”-

La verità? Tutti i virus lo sono, anche quelli più antichi e subdoli, come la paura. Lei resiste nei meandri dei nostri pensieri più felici, nelle nostre azioni che sembrano più “giuste”. Ci spinge ad odiare il prossimo. A picchiare il paziente zero italiano, per aver contratto il virus. Ci spinge lontano dal nostro prossimo. 

Gentilezza, pazienza, comprensione, empatia, non sono solo parole ornamentali della psicologia, del decoro e del buon senso. Sono anche gli ingredienti per uscire davvero dalla crisi, per sviluppare gli anticorpi per la paura, ovvero per diventare resilienti. Per non sottovalutare la nostra anima che si nutre dei fatti del mondo e non è separata dal suo corpo nè da quello di chi ci circonda e dall’universo stesso. 

L’orrore chiama la paura. La paura chiama l’odio. Tutto questo, semplicemente andando e tornando dal divano. Adesso, siamo ancora davvero convinti di “stare solo sul divano”?

 

We create meaning from what makes us vulnerable: Kahlil Gibran’ s words on love

There is a poem I have always loved so much…it is about love.

It is from Philosopher Kahlil Gibran (1883–1931) who offers timeless wisdom on the relationship between love and vulnerability. We create meaning starting from what makes us vulnerable: love.

It is not the usual work on the beauty of this emotion, but it is closer to the reality on love: sweet and bitter together.

Love overwhelms us, makes us struggle to find peace. However, Love is not peace. Neither it is nuisance. Love is just itself.

“When love beckons to you, follow him,
Though his ways are hard and steep.
And when his wings enfold you yield to him,
Though the sword hidden among his pinions may wound you.
And when he speaks to you believe in him,
Though his voice may shatter your dreams
as the north wind lays waste the garden.

For even as love crowns you so shall he crucify you. Even as he is for your growth so is he for your pruning.
Even as he ascends to your height and caresses your tenderest branches that quiver in the sun,
So shall he descend to your roots and shake them in their clinging to the earth.

Like sheaves of corn he gathers you unto himself.
He threshes you to make you naked.
He sifts you to free you from your husks.
He grinds you to whiteness.
He kneads you until you are pliant;
And then he assigns you to his sacred fire, that you may become sacred bread for God’s sacred feast.

All these things shall love do unto you that you may know the secrets of your heart, and in that knowledge become a fragment of Life’s heart.

But if in your fear you would seek only love’s peace and love’s pleasure,
Then it is better for you that you cover your nakedness and pass out of love’s threshing-floor,
Into the seasonless world where you shall laugh, but not all of your laughter, and weep, but not all of your tears.
Love gives naught but itself and takes naught but from itself.
Love possesses not nor would it be possessed;
For love is sufficient unto love.

When you love you should not say, “God is in my heart,” but rather, “I am in the heart of God.”
And think not you can direct the course of love, for love, if it finds you worthy, directs your course.

Love has no other desire but to fulfill itself.
But if you love and must needs have desires, let these be your desires:
To melt and be like a running brook that sings its melody to the night.
To know the pain of too much tenderness.
To be wounded by your own understanding of love;
And to bleed willingly and joyfully.
To wake at dawn with a winged heart and give thanks for another day of loving;
To rest at the noon hour and meditate love’s ecstasy;
To return home at eventide with gratitude;
And then to sleep with a prayer for the beloved in your heart and a song of praise upon your lips.”

The hard lesson of today..

Wisdom dwells in human vulnerability, that is, our primary essence.

I will start from my vulnerability to build a new path in life after my Phd.

“What is Love?” “More than a feeling..”

Hi guys,

In the title there are two quotes from famous songs.who knows which ones?

The both talk about one of my favorite emotions: Love.

But, is Love an emotion or is it more? Researchers struggle to find a clear answer to this issue, also because Love is not one…but there are many kinds of love.

We love our babies, our partner, ourselves…

In any case, love transforms people…it belongs to the family of transformative emotions (Lamy, 2016).

“Love is a great master; it teaches us to be what we never were”

As quoted by Lubomir Lamy who reported Moliere’s words

But let “Art” speak. I believe that what Intellect cannot achieve, Art has already reached.

If you are in the nearby, give a look at this little art installation on Love during “Selfie Age”. This little exhibition held in Novara (Italy) addresses this theme with a bit of subtlety.

Love in “Selfie” Age….who is still able to love others?

Love

Art exhibition  by Antonio Spanedda at Macam, ice-cream parlour (Novara, Italy)